Unione Europea e cittadini: l’inchiesta del laboratorio di giornalismo sociale

Suona il telefono, una corsa lungo il corridoio e le mani veloci sulla cornetta per rispondere con voce chiara “Europa Europa!”. E’ il 1988 e ogni sabato l’Europa entra nelle case degli italiani con un varietà condotto da Elisabetta Gardini e Fabrizio Frizzi: interviste e brevi collegamenti su eventi curiosi e tradizioni sconosciute, mentre l’immancabile quiz telefonico a premi regala una montagna di scudi d’oro a chi, alzando il ricevitore, ripete la magica parolina al posto del classico “Pronto, chi parla?”. L’appartenenza a un’unica grande famiglia europea, capace di scoprire e valorizzare diverse sensibilità e risorse, va in onda in prima serata su Rai Uno e tra le riprese e i luccichii del Teatro delle Vittorie sembra un sogno a portata di mano.

Venticinque anni dopo, alla vigilia delle elezioni del nuovo Parlamento europeo, circa 6 italiani su 10 non sanno come funziona l’appuntamento elettorale, chi può essere scelto, quali sono i compiti di questa istituzione e le ricadute effettive delle decisioni prese al suo interno (fonte: Eurobarometro, marzo 2013). La fiducia nelle istituzioni governative e parlamentari (nazionali ed europee) continua a scendere, ma rimangono elevate le aspettative verso l’Unione Europea per affrontare i problemi considerati rilevanti, a partire da disoccupazione e crisi economica.

Comprendere quale sia fra i nostri giovani il quadro di conoscenze delle istituzioni europee e del loro ruolo e favorire uno scambio di informazioni in vista delle elezioni di maggio 2014, per cercare di capire quali opportunità siano considerate o viceversa quali perplessità esistano, sono stati gli obiettivi del Laboratorio di Giornalismo Sociale e Multimediale di quest’anno, che ha coinvolto 12 studenti in lavori di inchiesta e approfondimento pubblicati sul mensile nazionale Social News e andati in onda sull’emittente bolognese Radio Nettuno.

Ne sono nati lavori che hanno fatto luce su aspetti interessanti e spesso poco conosciuti. Il multilinguismo è un ostacolo o un’opportunità per l’Europa? Se lo è chiesto Giulio Tavoni, raccontando il delicato equilibrio tra costi, opportunità e democrazia di accesso e partecipazione che si possono nascondere tra le parole di diversi vocabolari. Quali sono le ragioni dell’alto astensionismo elettorale ipotizzato alla vigilia e puntualmente verificatosi? E ancora: quali sono le opportunità che l’Europa apre ai giovani? Spunti, riflessioni e informazioni si alternano nel dossier pubblicato sul numero di Social News dedicato alle elezioni europee, in attesa che le parole ripetute al telefono un quarto di secolo fa possano diventare un’affermazione convinta da parte di un’unione di stati in cui troppo spesso il desiderio di dividersi prevale sulla voglia di aprirsi alla diversità per intraprendere una strada comune.

I giovani hanno privilegiato, nella loro inchiesta, aspetti concreti, specie quelli legati alla vita quotidiana dei cittadini, talvolta con la neppure troppo implicita speranza che l’orizzonte europeo  implichi cambiamenti favorevoli alla crescita collettiva e individuale: per loro, l’Unione Europea è ormai una realtà, magari poco nota nei dettagli, ma affascinante per le sue prospettive.

Luca Casadei – tutor del laboratorio

 

ndr. Il Laboratorio si è svolto in collaborazione anche con il Centro Europe Direct Emilia-Romagna  e con il supporto dell’Ufficio d’informazione in Italia del Parlamento Europeo

Hanno partecipato al Laboratorio gli studenti: Francesca Casamassima, Luana Cerbone, Matteo D’Amico, Claudia De Matteis, Paolo Gargiulo, Andrea Intonti, Ruggero Maffione, Deborah Marconi, Angela Michela Rabiolo, Marta Schiavo, Alice Strada, Giulio Tavoni, Elena Volpe.

 

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