Campagna elettorale e boom di meme: la nuova frontiera della satira politica?

Ci stiamo avvicinando alle elezioni, e il cosiddetto periodo di campagna elettorale permanente si sta via via intensificando, portando nuove proposte elettorali, nuovi slogan e con loro meme, tante meme.

Al momento in cui si scrive, stanno spopolando sul web i meme relativi alla campagna cartellonistica di Giorgia Meloni che al suon di “Difendi la famiglia tradizionale” ha generato una quantità di versioni alternative, in cui il volto della leader di Fratelli d’Italia è sostituito dai personaggi più noti di serie tv, film e cronaca nera.

Campagna elettorale e boom di meme: la nuova frontiera della satira politica?Ma cosa sono i meme?
Meme deriva dal greco mímēma, imitazione, e lo si può trovare scritto per la prima volta da Richard Dawkins, all’interno del libro Il gene egoista del 1976. Dawkins usa il termine meme per descrivere una unità base dell’evoluzione culturale umana simile al gene, quindi un elemento minimo e replicabile e quindi molto facile da diffondere.

Si capisce quindi perché usare questo particolare termine all’interno del web, in cui battute, stereotipi e fotomontaggi, sono facili da realizzare e altrettanto facili da diffondere, soprattutto quelli riguardanti il mondo della politica. Ci si trova quindi ad avere a che fare con un nuovo modo di fare satira, un modo più esplosivo grazie al web e alla diffusione sui social.

L’esempio della campagna di Giorgia Meloni è solo l’ultimo dei casi in cui i meme hanno avuto quasi maggiore diffusione e maggiore consenso da parte degli utenti, che le campagne ufficiali realizzate. Come non ricordare la campagna del Fertility Day, grandissima fonte di ispirazione di meme che sono diventate una vera e propria contro-campagna al messaggio diffuso dal Ministero della Salute, ma anche la foto di Matteo Salvini con una maglietta di Donald Trump vicino ad un manifesto della Lega che paragonava l’arrivo dei migranti all’invasione subita dagli indiani d’America: è bastato pubblicare la foto sui social per mettere in moto la macchina dei meme e produrre una quantità infinita di fotomontaggi e sequenze più disparate.

È molto interessante notare che, sebbene dietro alla loro diffusione ci sia principalmente la volontà di farsi una risata, i meme, così come le forme originali di satira politica, nascondono un chiaro messaggio di risposta alla politica stessa e una forte denuncia sociale.

Qui ci si pone quindi il quesito del titolo: i meme rappresentano la nuova satira politica?

La satira, ossia la volontà di raccontare la realtà attraverso la burla e l’esagerazione, è qualcosa che affonda le sue radici nella storia della società, ed è tutelata nel nostro ordinamento dall’art 21 in quanto libera manifestazione del pensiero, ma anche dagli articoli 9, La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura, e dall’articolo 33 L’arte e la scienza sono libere. La satira è quindi una forma artistica paradossale e surreale che propone un giudizio ironico su un fatto determinato, restando assoggettata però al limite della continenza verbale e alla funzionalità della sua espressione.

Confrontando questa definizione ai meme che si diffondono sul web, si può constatare come solo in parte raccolgono la missione della satira, mentre la stragrande maggioranza delle creazioni e diffusioni è più votata alla volontà di cavalcare l’onda del momento e generare contenuti virali per il semplice scopo di farlo, contenuti fini a se stessi che nulla hanno a che vedere con la denuncia sociale.
Sebbene dietro alla volontà di molte pagine e di molti critici, o memers come si tende a chiamarli, il meme sia una nuova modalità 2.0 di fare satira, usando il fotomontaggio come arma contro la politica, il più delle volte l’utente medio del web condivide per il solo gusto di farsi una risata, così come numerose testate giornalistiche improvvisano articoli per il solo scopo di avere qualche lettore in più, senza analizzare la motivazione dietro alla realizzazione della meme stessa.

Ritornano alla campagna di Giorgia Meloni riguardante la difesa della famiglia tradizionale richiamata all’inizio, molte di queste versioni sono innegabilmente divertenti, come molte altre sfociano nello black humor di gran lunga più sensazionalista, ma cosa nascondono tutte queste meme?

Sebbene molte persone abbiamo cliccato sul tasto condividi di Facebook con la faccia beata e divertita di aver visto Darth Vader con lo slogan “Difendi la famiglia tradizionale”, molti altri hanno trovato un modo per mettere alla luce un problema sociale non solo italiano ma mondiale, che troppe volte viene citata e altrettante volte abbandonata senza dare una spiegazione: cosa si intende per famiglia tradizionale?

Nel programma di Fratelli d’Italia è dichiarato come primo punto: difesa della famiglia naturale, lotta all’ideologia gender. In questo caso, si spera che i meme dietro questa campagna politica non siano solo un’immagine fine a se stessa ma che siano proprio una nuova frontiera della satira, un modo per mettere in luce la risposta di una società in cui si sono accettate e comprese parole come omosessualità, transessualità, gender e soprattutto si è accettato e compreso che dietro queste parole ci siano una miriade di persone con pari diritti e pari dignità come qualsiasi altro cittadino del mondo.

I meme rappresentano quel prodotto comunicativo che si pone sul sottile confine della satira e del disimpegno, in cui una volta prevale uno, una volta prevale l’altra.
Essere in grado di comprendere la sua forza comunicativa è quindi importante per gli operatori del mestiere e anche per gli stessi utenti del web, perché non si tratta solo di strappare una risata ma a volte dietro, c’è molto di più.

Sara Govoni

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