Diario delle primarie USA: quinta puntata

Il “mini Tuesday”, nuovo appuntamento delle primarie per le elezioni presidenziali americane che ha fatto seguito al più noto “super Tuesday”, ha chiamato al voto gli elettori di sei stati: Idaho, Mississippi, Missouri, Michigan, North Dakota e Washington

L’ex vicepresidente Joe Biden ha confermato il risultato positivo della settimana precedente conquistando quattro stati (Idaho, Mississippi, Missouri e Michigan) e allargando un vantaggio che sembra ormai impossibile da colmare; Bernie Sanders ha vinto solo nei caucus del North Dakota, mentre lo stato di Washington deve ancora comunicare i risultati definitivi (a causa dei molti voti postali, parte dei quali vengono spediti prima del giorno delle elezioni ma arrivano dopo) e al momento i due candidati sono separati da pochissimi punti.

Se la vittoria di Biden in Mississippi e Missouri era prevedibile alla luce dei risultati della settimana precedente (in cui Biden aveva vinto stati molto simili a livello socio demografico), il Michigan ha invece rivestito un’importanza simbolica più elevata per una doppia ragione: nel 2016 Sanders aveva vinto le primarie battendo Hillary Clinton nonostante un ampio ritardo nei sondaggi, e alle presidenziali dello stesso anno Trump aveva conquistato lo stato per poche migliaia di voti. Il buon risultato, unito a un’affluenza elevata, permette quindi a Biden di creare un “contrasto positivo” anche con la campagna di Clinton del 2016 e di rivendicare la capacità di conquistare gli stati industriali del Midwest (come Ohio e Pennsylvania) che erano stati decisivi per la vittoria di Trump.

I prossimi appuntamenti saranno un nuovo dibattito televisivo (senza pubblico presente a causa dell’emergenza coronavirus) e quattro nuovi stati chiamati al voto la settimana prossima: Arizona, Florida, Illinois e Ohio. 

Biden è ampiamente favorito in Florida, Illinois e Ohio, mentre l’Arizona, che potrebbe riservare sorprese, è anche lo stato con il minor numero di delegati tra i quattro. Visti i risultati recenti e il fatto che larga parte del partito democratico si stia ormai compattando intorno a Biden come vincitore atteso, sembra probabile che nelle prossime settimane l’attenzione comincerà a spostarsi progressivamente dalle primarie alle elezioni generali di novembre.

 

Leonardo Pastore 

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