Chernobyl incoronata serie tv dell’anno con ascolti record, sono i fan a sbagliare

Nelle scorse settimane abbiamo parlato della tragedia di Chernobyl con il post di Lilla in riferimento al fenomeno della biodiversità ripristinata, ed in seguito analizzato il fenomeno dalla prospettiva degli influencer con il post di Alice. Oggi invece approfondiremo il successo riscosso dalla serie TV Chernobyl, la quale è stata definita dalla critica statunitense come la migliore dell’anno, relativamente agli ascolti, ai feedback provenienti dai social ed ai comportamenti dei follower registrati nella realtà.

Chernobyl, trasmessa da Sky e HBO, è una miniserie statunitense formata da 5 episodi, il cui autore è Craig Mazin.

I numeri confermano la vittoria di tale format televisivo: dalla prima puntata il pubblico è velocemente raddoppiato fino a registrare in media 1 milione e 224 mila telespettatori, l’ultimo episodio ha contato quasi 600 mila spettatori.

Per chi non è riuscito a seguire Chernobyl in diretta,  può farlo on demand, su Sky oppure tramite NOW TV.

Chernobyl è stata decretata la serie tv europea con un seguito maggiore su Sky: è stata capace di catturare l’attenzione dei più, sia di chi ha vissuto la tragedia e ne è oggi testimone, sia di chi ha memoria delle immagini trasmesse in tv, ed anche di chi è troppo giovane per ricordare o conoscere tale incidente storico.

Chernobyl racconta  della tragedia avvenuta il 26 aprile del 1986 all’una, 23 minuti e 45 secondi, quando la prima delle esplosioni distrusse il reattore Rbmk-1000 del blocco 4 nella centrale nucleare Vladimir Il’ič Lenin, a tre chilometri da Pryp “jat” e a 18 da Černobyl, in Ucraina.

Nonostante l’incendio divampò per giorni disseminando spaventose quantità di sostanze radioattive nell’atmosfera, la situazione non fu considerata così allertante dalle autorità, tanto che decisero di non evacuare Pripjat (la città accanto alla centrale nucleare) ed il giorno successivo l’esplosione, mentre il reattore continuava a bruciare, gli operai si recarono regolarmente al lavoro.

Il disastro di Chernobyl rappresenta indubbiamente il più grande disastro della storia.

Come riportato ne Il Sole 24 ore : “Al momento dell’esplosione morirono 31 persone, seguite nei giorni successivi da altre centinaia tra operatori della centrale, vigili del fuoco, militari e civili esposti a radiazioni. Il bilancio finale, ancora incerto, oscilla tra le 9mila vittime stimate dall’Organizzazione mondiale della sanità alle addirittura 115mila di uno studio bielorusso. L’ossessione della segretezza della burocrazia sovietica, unite all’inadeguatezza delle contromisure adottate per far fronte all’emergenza, peggiorarono la situazione rendendo più pesante un bilancio ancor oggi incerto.”

La riproduzione televisiva della tragedia Chernobyl si è poi conclusa con il documentario prodotto da Sky News  “The Real Chernobyl” .  Quest’ultimo si focalizza sui racconti dei testimoni e di coloro che hanno vissuto sulla loro pelle questo dolorosissimo incidente. I cittadini ucraini sopravvissuti raccontano la paura, il terrore, l’angoscia, l’ansia, il dolore e la depressione che li ha colpiti, e le conseguenze che l’Europa dell’est ha dovuto sopportare e subire.

Il pubblico, durante la messa in onda della serie tv, è stato molto attivo anche sui social network. Molti i post ad essa dedicati e numerosi i dibattiti fra gli utenti, basti considerare che su Twitter l’hastag #Chernobyl si è collocato ai primi posti della classifica dei trend topic italiani.

Non è un caso che l’aumento dell’affluenza turistica coincida proprio con la trasmissione della serie tv Chernobyl. Oggi sono numerose le persone che vogliono visitare il luogo della tragedia e vedere con i loro occhi ciò che è rimasto a distanza di 33 anni dall’esplosione.

Il direttore dell’agenzia di viaggi SoloEast tours afferma che a partire dalla prima puntata della serie televisiva (maggio 2019), il turismo è aumentato del 30/40%e i numeri sembrano destinati a crescere ancora.

Purtroppo però aumentano anche i selfie con grandi sorrisi, i  video con amici e le foto irrispettose dei turisti e degli influencer che vengono successivamente postate sui profili social. Questi scatti sono offensivi ed inadatti al contesto ed a ciò che il sito di Chernobyl rappresenta e testimonia.

Indelicatezza che ha infastidito in primis Craig Mazin, il quale è intervenuto riprendendo i 166 mila follower della serie tv.  Mazin su Twitter scrive: «È meraviglioso che Chernobyl abbia ispirato un’ondata di turismo nella zona di alienazione. Ma ho visto le foto in giro. Se visitate quei luoghi, per favore ricordate che una terribile tragedia è avvenuta in quei luoghi. Comportatevi con rispetto per tutti coloro che hanno sofferto e che si sono sacrificati».

È così che il regista della serie tv incita al rispetto e all’educazione, raccogliendo supporto e comprensione da parte di quegli utenti che fin da subito si sono mostrati più sensibili e corretti.

Numerosi infatti sono anche i commenti che condividono lo stesso pensiero dell’autore di Chernobyl: «Finalmente qualcuno l’ha detto, grazie!», «Grazie per aver ricordato questo alle persone. Le vittime meritano di essere ricordate per il loro sacrificio», «Molti di quei selfie sono assolutamente indecenti!», «Quello è un turismo inquietante», «È triste che dobbiamo ricordare anche questo alle persone».

È importante ricordare che la cultura va scoperta, osservata, studiata e trasmessa, ma soprattutto protetta. Indubbiamente la storia, soprattutto nell’era delle tecnologie e dei social, può essere comunicata facilmente ed in tempo reale, ma questo deve essere fatto solo quando possibile e nel rispetto assoluto.                                                    

La condivisione rappresenta un’opportunità ed un valore grandissimo, ma occorre saperla gestire: essa deve necessariamente essere in linea con ciò che è eticamente, moralmente e civilmente giusto e concesso o si rischia, come per alcuni turisti di Chernobyl, di diventare dei cattivi portavoce.

Chernobyl, 33 anni dopo l’esplosione.

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