Intervista a Marco Fabiani, laureato Compass professionista nel settore eCommerce

Nel nostro ultimo incontro di Redazione abbiamo ospitato Marco Fabiani, un giovane laureato della Laurea Magistrale Compass, ex redattore di questo blog, che oggi lavora da Vendi24, una delle aziende leader in Italia nella gestione di siti per l’eCommerce, dove è stato assunto subito dopo un tirocinio. Dopo averci spiegato di cosa si occupa, ha raccontato a me e Ioana il suo passato da studente della nostra laurea magistrale e le esperienze che gli hanno permesso di raggiungere questo traguardo professionale.

Enrico: Cosa ci puoi dire sul percorso accademico che ti ha portato all’assunzione da parte di Vendi24? Come hai vissuto la tua esperienza universitaria?

Marco: L’università mi ha aiutato molto, perché mi ha dato la formazione necessaria all’inserimento nel mondo del lavoro. È l’esperienza nella redazione web di Compass che mi ha indirizzato verso il mondo del marketing online, e sicuramente mi ha aiutato fornendomi gli strumenti necessari per iniziare a lavorare. Determinati esami come quello di Comunicazione e web e il laboratorio focalizzato sul blog di Compass ti danno un’idea precisa di cosa sia il mondo del marketing online e come vada affrontato; trasmettono le conoscenze necessarie per diventare dei professionisti e ti insegnano cosa voglia dire lavorare in un ambiente digitale. Nessuno esce dall’Università che sa già tutto, ma è importante almeno avere le basi, conoscere l’ambiente di lavoro in cui ci si vuole inserire e quali siano le caratteristiche richieste per essere considerato un professionista del settore. Si può sempre mentire durante un colloquio di lavoro, ma già dal primo giorno si capisce se sai lavorare o meno.

E.: Qual è stato il tuo percorso di studi?

Ho studiato alla triennale in Scienze politiche e relazioni internazionali a Trieste, quindi non ho svolto proprio un percorso coerente con la scelta della specialistica. Ho iniziato a Trieste perché sono di Udine e mi hanno sempre affascinato le materie del mio corso di studi, poi ho deciso di cambiare percorso quando 4 anni fa mi sono reso conto del modo in cui la società stesse cambiando. Ho deciso di prendere la palla al balzo e ho scelto l’Università di Bologna anche per la sua autorevolezza nell’ambito della comunicazione. Ho seguito un percorso non lineare, ma che negli ultimi due anni di studio mi ha indirizzato verso ciò che davvero volevo fare, avvicinandomi a un mondo a cui inizialmente non pensavo ma che poi mi ha appassionato.

E.: Quanto diresti che è stato importante ciò che hai appreso durante i tuoi studi, che alla fine ti hanno portato a essere assunto? Gli strumenti di base forniti dall’Università ti hanno aiutato effettivamente a inserirti nel mondo del lavoro?

Certo. È vero anche che il mondo del lavoro è fatto di dinamiche per cui l’Università non può prepararti sufficientemente. Puoi essere il professionista più bravo del mondo ma se a partire dal colloquio fino a quando inizi a lavorare fai un po’ come ti pare, il lavoro non lo mantieni, anche avendo tutte le caratteristiche professionali ricercate. È la persona che si deve porre in un determinato modo, anche rispettando il lavoro altrui. Io sono uscito dall’Università con delle precise competenze, ma probabilmente in modo non differente da te quando finirai il tuo percorso accademico. Non avevo chissà cosa in più. L’importante è valorizzare quello che si ha e valorizzare la propria persona, mettersi in gioco e non darsi mai per vinto. Io ne ho fatti di colloqui prima di trovare lavoro e se venivo assunto già sapevo che, per come sono fatto io, avrei trovato poco stimolante lavorare nelle agenzie di comunicazione e scrivere tutto il giorno per tutti i giorni gli stessi articoli. Quindi è un bene che ci si valorizzi e ci si metta in gioco, in un’ottica di scambio e crescita reciproca tra chi lavora come dipendente e l’azienda.

E.: Sappiamo quanto sia importante tessere relazioni coi colleghi universitari, anche per un possibile avvenire professionale da costruire insieme: sei rimasto in contatto con le tue vecchie conoscenze anche dopo la laurea?

Qui a Bologna ho conosciuto la mia ragazza, ma anche tanti miei amici. Qualcuno è andato via, qualcun altro ha preso strade diverse, ma sono sempre in contatto con loro e mi fa piacere. Alla fine gli ultimi due anni mi hanno dato tanto, soprattutto in una città come Bologna dove puoi conoscere persone di ogni provenienza e tanti punti di vista e sfaccettature che fino al giorno prima non immaginavi esistessero. Conosci gente di tutti i tipi e ci interagisci, magari cambiando il tuo punto di vista oppure il loro. È un mescolarsi continuo.

E.: Avete mai pensato a costruire un progetto insieme? Quanto pensi che l’Università metta in condizione e invogli gli studenti – fornendo i giusti strumenti – a sviluppare creativamente un progetto personale legato al proprio ambito di studi, in questo caso di comunicazione?

Attualmente un progetto ci sarebbe. Vorremmo candidare al prossimo StartUp Day un’app sviluppata insieme a dei miei ex-colleghi del COMPASS. Quindi sì, l’Università ti stimola a pensare cose nuove confrontandosi con i propri colleghi. Una cosa su cui l’Università dovrebbe investire, soprattutto per il COMPASS e l’ambiente accademico della comunicazione, è la disponibilità di strumenti professionali a uso degli studenti: si parlava oggi dell’acquisto del dominio per il blog, della possibilità di usufruire di Google Analytics, di usare gli strumenti del Business Manager di Facebook provando a sponsorizzare un post investendo poco, almeno per provare. Qui qualcosa in più si potrebbe fare. È vero ti dà delle basi, ma se ti desse anche la possibilità di sporcarti le mani utilizzando gli strumenti del mestiere ti permetterebbe di distinguerti in modo netto rispetto agli altri professionisti nel momento in cui dovrai fare un colloquio o essere assunto.

E.: Sulla base della tua esperienza anche prima di essere assunto da Vendi24, come giudicheresti il tuo impatto col mondo del lavoro?

Non molto facile. Prima lavoravo in un’agenzia di comunicazione. Mi trovavo bene, ma non era molto stimolante per me. Mi piace scrivere contenuti, ma non fare solo quello sempre. Si trattava di scrivere contenuti su WordPress senza poter toccare nient’altro — title, meta-title, l’ottimizzazione del testo per la SEO ecc. Io creavo le bozze e i miei colleghi si occupavano del resto, quindi imparavo poco e niente. Dal punto di vista lavorativo quindi, avendo fatto diversi colloqui, ho notato in molte aziende una scarsa serietà: nel senso che sentivo di essere preso poco sul serio.

E.: Come pensi che le aziende siano predisposte alla valutazione e assunzione di giovani studentesse e studenti anche con poca esperienza lavorativa?

Quando sono stato assunto da Vendi24 non era necessario che avessi chissà quale esperienza. Il mio capo mi disse che non stava cercando qualcuno che sapesse fare tutto, ma che si sapesse arrangiare e rimboccare le maniche, che avesse voglia di lavorare e questo è davvero importante. Se sai utilizzare bene tutti i software meglio, ma se comunque sei una persona con scarse capacità di organizzazione o con poca voglia di imparare e lavorare o non credi in quello che fai, meglio lasciare stare. Io sono stato scelto perché ho dimostrato di avere voglia di fare, dopo le cose le impari. Molte volte sono stato da solo in ufficio da tirocinante e lì Google ti dà un grande aiuto. In azienda va bene, ci sono tante persone che lavorano bene e tanto e credono in quello che fanno. Poi per un motivo o per un altro capita che mi trovi da solo e lì devi essere bravo ad arrangiarti. Internet fornisce tantissime opportunità per imparare da sé quello che ti serve. Io ho imparato a programmare in HTML studiando e facendo pratica online. È chiaro che seguire un corso specifico ti permette di apprendere meglio.

E.: Da ex-studente e professionista nell’ambito del web-marketing, quanto pensi sia importante, soprattutto per i freelance, l’autopromozione online?

È importante per un freelance trovare il giusto equilibrio tra prezzo e preparazione, ma più importante è avere un portfolio. Non è il mio caso perché io sono assunto in un’azienda, ma ho conosciuto dei ragazzi che hanno studiato a Compass e hanno deciso di aprirsi la partita IVA, creandosi una propria rete di clienti in un determinato ambito perché preferivano lavorare così, facendo ciò che gli piace. Si inizia magari costruendo siti per conoscenti e amici e dopo si passa alla vendita delle proprie capacità a clienti sulla base di ciò che si è già prodotto. Bisogna essere bravi anche in ambito commerciale dunque, nel vendere sé stessi, mettendo in evidenza la propria professionalità e ciò che può differenziarci dagli altri professionisti in modo da conquistare nuovi clienti. È molto importante poi saper mantenere i propri clienti, che è più difficile che trovarne di nuovi. Troppi sottovalutano questo aspetto, rischiando di dover fare il doppio del lavoro: se perdi un cliente devi per forza trovarne un altro che lo sostituisca. Poi tutto dipende sempre dalle situazioni e dal modello aziendale.

Ioana: Cosa pensi del Marketplace di Facebook? Come ha inciso sullo sviluppo del mondo dell’eCommerce? Sono in molti a preferire la nuova funzionalità di Facebook piuttosto che gli altri siti dove vengono ospitati annunci di vendita?

Si dice che il Marketplace di Facebook sarà il killer della concorrenza riguardante gli annunci di vendita. Per come la vedo io, dietro Facebook, dall’inserimento o la sponsorizzazione di un post o di un prodotto, c’è tutto un mondo. Facebook è ancora in uno stato non così avanzato da poter essere effettivamente competitivo, secondo me. Sicuramente gli acquisti su Facebook stanno aumentando però noto che la gente comunque continua ad acquistare online su altri siti e per l’usato si viene indirizzati ancora sui siti già affermati sul mercato. Per esempio, fino a poco tempo fa finché non inserivi un oggetto in vendita sul Marketplace la funzione era disattivata per il tuo profilo. C’è stata una beta all’inizio e io non vedevo nemmeno l’icona del Marketplace nell’app, ma chi aveva già piazzato oggetti invece sì. Con tutti gli aggiornamenti che Facebook rilascia a distanza di breve tempo l’uno dall’altro è difficile sapere dove andrà a finire. Facebook è un ambiente che cambia di continuo, si parla addirittura di posizionamento su Facebook come su Google. A mio avviso Facebook è diventato talmente diffuso che, anche dopo la perdita, negli ultimi mesi, di una percentuale di utenti, il futuro del social sembra talmente brillante che diventa sempre più difficile migliorarsi — al livello che difficilmente vedremo cambiamenti epocali come quello della sua stessa invenzione.

I.: Quali sono – secondo te – le tendenze future nell’ambito dell’eCommerce, per esempio riguardo la Marketing Automation di cui ci hai parlato oggi?

Sì andrà molto avanti sotto questo aspetto. Già con gli strumenti disponibili al giorno d’oggi si riesce a fare molte più cose in molto meno tempo, sicuramente più di quanto possa fare una persona sola. La gestione dei banner, delle newsletter, del carrello in modo automatizzato ha semplificato i processi e aumentato il margine di fatturato delle aziende. I primi che hanno iniziato e che inizieranno a utilizzare in maniera seria, a partire dalle aziende più grosse che già lo fanno, questi strumenti di automatizzazione avranno dei vantaggi enormi rispetto alla concorrenza. Noi di Vendi24 ci occupiamo di eCommerce in outsourcing – cioè eCommerce senza magazzino – e abbiamo un grosso vantaggio rispetto ai concorrenti anche perché utilizziamo molti di questi software. Esistono molti siti di eCommerce, ma sono poche, soprattutto in Italia, quelle realtà che si occupano di gestire altri siti di eCommerce, le loro campagne di comunicazione e la vendita dei loro prodotti in un sistema integrato. C’è molto spazio in questo campo ed essere all’avanguardia, grazie anche alla Marketing Automation, può portare grossi vantaggi. Tanti lo sono già, ma è ancora una cosa in sviluppo. In azienda riceviamo spesso figure professionali che sono pionieri nella creazione di software di questo tipo e grazie al loro coaching riusciamo a crescere come azienda e, singolarmente, come professionisti.

I.: In base alla tua esperienza, quali sono gli ostacoli maggiori nel piazzamento di un prodotto per un sito di eCommerce?

Sicuramente l’elevata competizione. Questa ti obbliga a spendere di più per ottenere un minimo di visibilità rispetto a colossi già affermati nella vendita e posizionamento di quel prodotto specifico. Dipende sostanzialmente dal mercato.

E.: Un consiglio a chi volesse affacciarsi ora sul mondo del lavoro nell’ambito della comunicazione, del web-marketing, SEO e attività di promozione digitale?

Tenersi sempre aggiornati e leggere tanto. Andare sui blog di chi è all’avanguardia sull’informazione professionale per chi lavora con gli strumenti del web o produce gli strumenti che utilizzi per conoscerli a fondo e sempre meglio. Tenendosi aggiornati si imparano tante cose, se c’è qualcosa che non sai devi sempre andare a cercarla per saperne di più integrando le tue conoscenze, soprattutto riguardo strumenti che cambiano continuamente. Generalmente in uno staff ci sono diversi ruoli anche afferenti allo stesso strumento che si utilizza, diversi soggetti producono contenuti differenziati, più figure si occupano di una stessa cosa, ad esempio la SEO: esiste un SEO Senior, uno o più SEO Junior, c’è chi si occupa delle campagne AdWords, chi di Analytics. È difficile che un solo individuo all’interno di un’azienda sappia tutto, per questo è necessaria la presenza di diversi ruoli.

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