Giornalismo e mondi digitali: due giorni al Dig.It

Venerdì 19 e sabato 20 settembre si è svolta presso la sede della Camera di Commercio di Prato l’edizione 2014 di Dig.It, la manifestazione dedicata al giornalismo digitale e online.
Due giorni di dibattiti e workshop molto stimolanti che hanno visto la partecipazione di alcune fra le figure più innovative e importanti del settore.

Incuriosito dal programma e facilitato dal fatto che la manifestazione si svolgesse nella città dove abito, mi sono iscritto ad alcuni workshop formativi e qui provo a raccontarvi come è andata.

Il primo al quale ho preso parte, dal titolo “Mapping for Journalist, le mappe dinamiche”, era presieduto da Danilo Fastelli, giornalista del Tirreno, e da Marianna Bruschi, della Provincia Pavese. I due hanno illustrato la possibilità di creazione di mappe in tempo reale a partire da fogli di calcolo, con l’ausilio di strumenti come Google Maps, Google Form, Carto DB e Snapwidget, e il loro possibile utilizzo nelle redazioni giornalistiche.
Un esempio delle potenzialità di questi mezzi si trova in un articolo del Tirreno sui beni confiscati alla mafia in Toscana, all’interno del quale è presente una di queste mappe, realizzate tramite Google Maps, dove è possibile vedere che tipo di beni siano stati confiscati e la località dove ciò è avvenuto.

Il secondo workshop si intitolava “Da Open Parlamento a Open Bilanci: un mondo di dati aperti pronti per l’uso”, con relatore Vincenzo Smaldore, responsabile dei contenuti della piattaforma Openpolis, che ha presentato i numerosi progetti di questa associazione. Il primo, Open politici, nato nel 2007, permette di acquisire tutte le informazioni sulle carriere dei nostri rappresentanti a qualsiasi livello amministrativo. Open Parlamento è invece uno strumento per monitorare non solo il lavoro svolto dai nostri parlamentari, gli atti e le votazioni, ma anche i cambi di gruppo, le assenze in Parlamento e gli eventuali voti ribelli.
Le ultime due piattaforme presentate sono state Open Bilanci e Open Municipio: la prima permette, attraverso l’incrocio dei dati e l’utilizzo di mappe, di confrontare e classificare i bilanci dei comuni italiani; la seconda rappresenta invece un tentativo di esportare il modello di Open Parlamento all’interno dei comuni, rendendo trasparente la loro attività politico amministrativa, al quale hanno aderito per primi i comuni di Senigallia e Udine.

Successivamente ho partecipato a “Nuovi strumenti per la redazione digitale, i 10 top tool del Tirreno”, presieduto ancora da Danilo Fastelli. Con questi tool i giornalisti hanno la possibilità di facilitare la lettura dei dati, tramite ad esempio l’uso di infografiche nel caso di Infogram, raccontare una storia con maggiore profondità mediante la creazione di linee temporali con l’utilizzo di Timeline Js o modellare storie attraverso i social media con Storify.

L’ultimo workshop al quale ho preso parte, “Social PA. Competenze, professionalità e tricks su comunicazione istituzionale e social network”, si è svolto nella giornata di sabato e aveva per relatore Giovanni Arata, social media manager dell’Azienda di Promozione Turistica dell’Emilia Romagna. Partendo dalle attualissime “Lezioni americane” di Calvino, e dai principi di scrittura di leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità e molteplicità, Arata ha tracciato un profilo della comunicazione istituzionale in Italia e in Europa attraverso i siti web e i profili social, fornendo sia esempi positivi di comuni virtuosi che riescono a fare propri i principi sopra elencati, sia negativi di comuni che non ci sono ancora riusciti.

Quelli di cui ho parlato sono solo una piccola parte dei 40 workshop della manifestazione, che ha anche avuto una notevole eco sul web grazie all’hashtag #digit14. Al termine dei due giorni, è stato inoltre annunciato che anche l’edizione 2015 di Dig.It si svolgerà a Prato.

Jacopo Fiaschi

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